Il bulbo pilifero svolge l’importante funzione di assicurare la crescita del capello. Comunemente il bulbo è chiamato radice, anche se in maniera impropria. Infatti, rispetto alla radice, il bulbo pilifero è posizionato in profondità all’interno del follicolo pilifero (introflessione dell’epidermide nella quale si genera il capello) e dove si innesta la papilla dermica ricca di vasi sanguigni e terminali nervosi, necessari al nutrimento dei capelli. Essendo dunque in profondità, rispetto alla radice, il bulbo resta attaccato alla cute anche dopo che si è verificato lo strappo del capello. Essendo parte integrante del complesso pilosebaceo, cioè dell’apparato che concorre al ciclo di vita dei capelli, il bulbo pilifero può essere coinvolto nelle eventuali alterazioni che si possono manifestare.
In base alle più comuni alterazioni che interessano i capelli, si possono definire fino a 7 diversi stadi di salute del bulbo pilifero. Ovviamente ad una capigliatura in salute corrisponde un bulbo sano, la cui forma è tondeggiante e con un diametro decisamente più largo di quello del fusto del capello. Un bulbo in salute, quindi, svolge a pieno la sua funzione germinativa e di nutrizione dei capelli.
Il bulbo pilifero, trovandosi alla base della radice del capello, può essere investito dall’eccessiva secrezione di sebo. Quest’ultimo, sostanza solida e cerosa prevalentemente a base grassa e con la funzione di lubrificare i capelli a protezione dagli agenti esterni, tende a depositarsi anche intorno all’orifizio follicolare. Il risultato è quello di una cute dei capelli grassa e sgradevole alla vista, mentre i capelli rimangono spessi e secchi.
Il bulbo entra in contatto con il sebo, il quale, essendo liquido, tende a riversarsi in modo abbondante anche sul cuoio capelluto. La conseguenza di questo fenomeno sono capelli unti, grassi e appesantiti. Ciò si verifica soprattutto con la presenza congiunta di seborrea (eccessiva secrezione sebacea) e iperidrosi (eccessiva secrezione di sudore).
L’ipersecrezione delle ghiandole sudoripare del cuoio capelluto coinvolge anche il bulbo pilifero. In sostanza, il sudore in eccesso (iperidrosi) appesantisce la chioma alterando il pH del mantello idrolipidico. Quest’ultimo costituisce un film sottile di acqua e sebo, preposto alla protezione naturale della cute.
Un bulbo che presenta un aspetto ricurvo è la manifestazione di uno stato di malnutrizione. L’effetto immediato è quello della produzione di capelli fini e deboli. La principale causa di un bulbo ricurvo è spesso rintracciabile in un difetto di irrorazione sanguigna della papilla dermica. In pratica, la scarsa microcircolazione sanguigna della cute ostacola il trasporto delle sostanze nutritive. Quest’ultime, quindi, partendo dalla papilla, attraverso il bulbo pilifero, non riescono a raggiungere i capelli e rinforzarli.
E’ un bulbo malato, dalle dimensioni estremamente ridotte, spesso accompagnato da una importante caduta di capelli. Il bulbo atrofico può avere diverse cause: carenza di nutrimento, azione di radicali liberi, anomalie del cuoio capelluto. Questo problema può interessare sia la cute di capelli grassa che secca.
E’ un bulbo piccolo e assottigliato, simile appunto ad un punto esclamativo, quasi sempre manifestazione di un’avanzata forma di alopecia areata. Quest’ultima consiste in una perdita dei capelli che provoca chiazze glabre sul cuoio capelluto.