Vi siete mai chiesti come avviene il ciclo di crescita dei vostri capelli? Capire come funziona questo processo che, con differenti fasi, determina il ciclo di vita dei capelli, è utile per prendersi cura della propria capigliatura.
Il ciclo di ricrescita dei capelli è un processo fisiologico attraverso il quale la capigliatura si rinnova. Infatti bisogna sapere che, contrariamente a quanto si possa pensare, i capelli non sono sempre gli stessi per tutta la vita. Questo vuol dire che, durante l’arco di vita di un essere umano, ogni capello presente sul cuoio capelluto ripete il suo ciclo di ricrescita più volte. Dunque un capello nasce, si sviluppa, muore e rinasce ancora.
Per tale ragione, la perdita dei capelli quotidiana è un processo del tutto normale all’interno del ciclo di ricrescita. In particolare ogni persona con capelli sani dovrebbe perdere mediamente al giorno circa 35 capelli. In casi particolari, inoltre, esistono soggetti interessati da una caduta fisiologica che può arrivare a toccare anche 90/100 capelli al giorno. Si tratta di individui dotati fin dalla nascita di una folta capigliatura, ad esempio. Questo caso è la dimostrazione di come la perdita di capelli deve essere sempre commisurata a: stagionalità, patrimonio genetico e equilibrio ormonale.
Tenuto conto di questi 3 fattori, nonché il naturale ciclo di ricrescita dei capelli, se si nota una caduta dei capelli eccessiva e patologica, oltre ad evidenti anomalie del cuoio capelluto, è necessario intervenire. La tempestività nell’intervento è fondamentale per evitare che i follicoli piliferi si atrofizzino, diventando così improduttivi. Nello specifico un follicolo atrofizzato ha esaurito il suo numero di cicli di ricrescita capelli geneticamente predeterminati.
Normalmente un capello sano ha un ciclo di vita che dura tra i 2/4 anni nell’uomo e 5/6 anni nella donna, ripetendosi anche fino a 20 volte nell’arco della vita. Se un follicolo termina precocemente il suo ciclo di produzione, ad esempio in un individuo che ha 20-30-40 anni d’età, la situazione è chiaramente preoccupante.
All’interno di ogni follicolo la stessa papilla dermica dà spesso origine a più di un capello, per questo è più corretto parlare di unità follicolari. Ciascuna unità follicolare è costituita da 1 a 3 fibre di capelli (raramente si hanno 4 o 5) avvolte da una banda di collagene. Ogni fibra è dotata di un muscolo erettore o muscolo piloerettore, il quale è formato da fibrocellule che contraendosi generano il fenomeno che fa rizzare i peli (piloerezione) e comunemente conosciuto come pelle d’oca! Oltre al muscolo erettore, ogni fibra di capelli è formata anche da ghiandole sebacee, il cui ruolo è quello di produrre una sostanza grassa, il sebo, che serve a mantenere idratata la pelle. Il muscolo erettore e le ghiandole sebacee formano insieme l’apparato pilosebaceo che assicura la ricrescita dei capelli nei follicoli a un ritmo di circa 0,30 millimetri al giorno.
Se negli animali il ciclo di ricrescita dei peli si concentra in determinati periodi dell’anno, la cosiddetta muta, per gli uomini tale processo è continuo. In questo modo il ricambio fisiologico dei capelli risulta impercettibile, visto che avviene in modo da assicurare in ogni momento dell’anno una percentuale di capelli costante. Solo in primavera e autunno si verifica un’accelerazione del ricambio, definito come effluvio stagionale fisiologico.
Ma cosa accade quando un capello muore? Se il capello arriva alla fine del suo ciclo di vita, una volta morto deposita sul fondo del follicolo la papilla dermica. Quest’ultima, situata nello strato superficiale del derma, ha la funzione primaria di fornire apporto sanguigno all’epidermide, oltre all’ossigeno e nutrienti al follicolo pilifero. Dopo la morte del capello, la papilla dermica, dopo un periodo di riposo di 4-5 mesi, riprende l’attività. Infatti attraverso un processo di mitosi, cioè di scissione di una cellula in due cellule aventi le stesse caratteristiche, la matrice del capello comincia a dar vita a un nuovo capello. Sono così generati anche gli elementi costitutivi del capello: l’epidermicola, la corticale e la midollare. Quando il bulbo pilifero è completamente formato, il capello viene sospinto verso la superficie del cuoio capelluto. Generalmente è il nuovo capello, durante la sua fase di accrescimento, a spingere fuori quello che ormai è al termine del suo ciclo di crescita. Questo spiega il perché dei capelli che si trovano sul cuscino al mattino, quelli che rimangono sul pettine o si perdono dopo lo shampoo.
E’ evidente che fin quando i capelli che cadono sono rimpiazzati da quelli nuovi, con un normale ciclo di ricrescita, non c’è nulla da preoccuparsi. Al contrario, se si verifica che i capelli generano un ciclo di ricrescita nei follicoli sempre più breve, il risultato finale è quello dell’estinzione precoce e quindi calvizie. Per evitare questo evento, che risulta essere molto traumatico per un individuo, è bene sottoporsi a specifici trattamenti tricologici, per favorire la ricrescita dei capelli, prima che sia troppo tardi.
Individuare le cause della caduta dei capelli significa dunque scoprire i fattori che minacciano il loro regolare ciclo di ricrescita. L’analisi del capello ha quindi precisamente questo importante scopo. Per esempio nella stessa capigliatura i capelli più spessi e robusti hanno un ciclo di vita più lungo rispetto ai capelli più sottili.
Il ciclo di vita (o di ricrescita) di ogni capello si compone di tre differenti fasi, così distinte:
E’ la fase di crescita del capello, a tutti gli effetti uno stadio attivo. Infatti in questa fase il capello non cessa mai di crescere e in una capigliatura sana circa l’85-90% dei capelli si trova in questo processo. La durata della fase ANAGEN varia a seconda del genere sessuale: uomo (fra 2 e 4 anni); donna (fra 2 e 5 anni). In condizione ANAGEN il bulbo sostiene un’attività metabolica di nutrimento e accrescimento molto intensa. La papilla dermica, inoltre, viene introflessa nella matrice fondamentale del capello e per questo motivo si trova direttamente a contatto con i terminali nervosi e i capillari sanguigni del derma. Quest’ultimi provvedono quindi ad ossigenare e nutrire i capelli sostenendone la rapida ricrescita.
E’ la fase in cui progressivamente il capello sospende le sue funzioni vitali. Di conseguenza il procedimento di ricrescita dei capelli è decisamente più lenta e risolutiva. La durata della fase CATAGEN è mediamente di 1 o 3 settimane, il tempo necessario nel quale il bulbo risale fino al colletto, cioè la parte più superficiale del follicolo, e perde la guaina epiteliale interna, ovvero l’involucro che avvolge il capello, dandogli rigidità e orientamento. In pratica la fase CATAGEN è caratterizzata da una rapida diminuzione della scissione cellulare (mitosi), fino a che tale funzione cessa completamente. Infine il bulbo si distacca leggermente dal follicolo salendo verso la superficie del derma.
La fase CATAGEN è facilmente riconoscibile in quanto il capello manifesta chiari segnali di iponutrizione, cioè l’assottigliamento del bulbo in relazione alle dimensioni del fusto del capello. Infine il bulbo rimane collegato alla papilla dermica tramite una fine colonna cellulare, formata dalle ultime cellule prodotte dalla matrice. Contemporaneamente i melanociti, le cellule specializzate nella sintesi della melanina, arrestano la loro attività metabolica. Il risultato finale è la cessazione completa di tutte le funzioni vitali del capello.
E’ la fase cosiddetta di riposo del capello e che dura in media 2/4 mesi. In questa fase, infatti, tutte le funzioni vitali del capello non sono attive. Si tratta di un capello che non ha più ossigenazione e nutrimento dalla papilla dermica e resta debolmente infisso nel follicolo. Invece la radice del capello, avendo terminata la sua fase di crescita, si presenta con un bulbo a forma di “clava“, molto assottigliato e con bordi frastagliati. A occhio nudo questo bulbo, ormai atrofico, si presenta come una capocchia di spillo alla base del capello. Tale condizione, se osservata da un occhio non esperto, può allarmare, dato che si può pensare di aver perso parte germinativa del capello.
In realtà si può essere più che tranquilli che essa è rimasta alloggiata in profondità nella cute dei capelli pronta, se tutto procede regolarmente, ad avviare la ricrescita del capello, cioè una nuova fase ANAGEN. Inoltre nella fase TELOGEN, la rimozione dei capelli può avvenire in modo facile ed accidentale, esercitando una lieve trazione o un normale gesto, come grattarsi la testa. In caso di telogen effluvio, inteso come caduta eccessiva di capelli, può essere davvero ingente. A volte i capelli cadono perché sollecitati meccanicamente dalla pettinatura, dalla spazzolatura o perché nuovi capelli in fase anagen li spingono fuori dai follicoli in cui sono situati. Se il capello a riposo viene asportato meccanicamente, il follicolo interrompe il suo riposo e inizia precocemente un nuovo anagen, tipico della “macchina” umana!
Attenzione che, di norma, in una capigliatura sana, solo il 9-14% si deve trovare in fase TELOGEN. Se questa percentuale è superiore, si è già in presenza di alopecia:
Una curiosità circa questi numeri è che nei bambini i capelli sono in fase TELOGEN solo per il 5%! Motivo per il quale la ricrescita dei “loro” capelli è davvero molto abbondante.