Parlare di alopecia androgenetica o di calvizie, maschile o femminile, è in pratica la stessa cosa. Infatti entrambi le definizioni si riferiscono, con alcune differenze, alla tendenza a perdere i capelli in maniera eccessiva e precoce. Questo è un fenomeno che colpisce sia gli uomini che le donne e le cui cause sono differenti (fisiche, psicologiche, ambientali, vascolari ecc.). Dato il carattere ereditario, non esistono cure o trattamenti definitivi per l’alopecia androgenetica, ma si può comunque intervenire per rallentare la caduta dei capelli.
È opportuno chiarire che tutti sono soggetti ad una caduta dei capelli fisiologica, cioè che fa parte del normale ciclo di vita dei capelli. Se in questo caso, però, i capelli che cadono ricrescono sviluppandosi per periodi che vanno dai 2 ai 6 anni e ripetendo il ciclo molte volte nell’arco di vita di una persona, ben altra cosa è la perdita dovuta all’alopecia androgenetica. Infatti con la calvizie o alopecia androgenetica, invece, la caduta dei capelli si ripete in forma sempre più accelerata impedendo la ricrescita sana e regolare degli stessi.
I capelli in sostanza crescono sempre più fini e deboli mostrando i segni di un deterioramento evidente del fusto. L’alopecia androgenetica si manifesta inizialmente con il diradamento dei capelli nella zona fronto-occipitale della testa dovuto all’assottigliamento o miniaturizzazione del fusto dei capelli. Col tempo i follicoli piliferi si atrofizzano e i capelli smettono di ricrescere creando delle aree glabre sulla cute dei capelli.
La calvizie avendo soprattutto cause ormonali e genetiche, oltre ad essere un fenomeno piuttosto comune, è indicata con diversi sinonimi o equivalenti. Ecco di seguito i principali:
La calvizie colpisce soprattutto uomini e anche donne di razza caucasica, mentre è pressoché rara in altre etnie. Anche se la perdita dei capelli è un fenomeno tipicamente maschile, negli ultimi anni si assiste ad un incremento considerevole di calvizie femminile. Fattori come l’inquinamento, la cattiva alimentazione e lo stress sono da ritenersi responsabili dell’aumento di calvizie femminile. L’alopecia androgenetica nell’uomo e nella donna si manifesta comunque con specifiche caratteristiche e differenze.
Gli uomini sono maggiormente interessati da calvizie, la quale si differenzia in due diverse tipologie in base al tipo di evoluzione con cui si manifesta:
E’ la forma più comune di alopecia che interessa gli uomini. Essa si manifesta intorno ai 28-35 anni d’età, progredendo in modo lento nei decenni successivi senza mai rendere, coloro che ne sono colpiti, totalmente calvi;
Inizia precocemente intorno ai 18 anni, provocando una prima ed evidente stempiatura già a 20 anni, si aggrava con il diradamento del vertice della testa intorno ai 22-23-anni e diventa grave e diffusa a 28-30 anni. Alla base del fenomeno della calvizie precoce e così rapida (non improvvisa quindi come nel caso dell’alopecia areata) vi è sicuramente la predisposizione genetica e familiare (alopecia androgenetica). Tuttavia anche fattori emotivi, come per esempio l’ansia e lo stress, possono contribuire ad accelerare il processo di caduta dei capelli. Inoltre tra le con-cause di calvizie precoce bisogna includere la seborrea e la forfora. Tra i sintomi, invece, più comuni si hanno il prurito alla testa e dolore al cuoio capelluto.
Tra gli strumenti utilizzati dai tricologi per poter misurare il grado di evoluzione dell’alopecia maschile vi è la scala Hamilton-Norwood. Secondo la classificazione indicata da suddetta scala, l’alopecia maschile è suddivisa in ben 7 stadi principali, di cui il 1° grado indica un accenno di stempiatura, mentre l’ultimo stadio evidenza una calvizie totale.
La calvizie femminile, purtroppo, è un fenomeno sempre più in crescita e che inizia a manifestarsi intorno ai 35 anni. A differenza di quella maschile, l’alopecia androgenetica femminile si presenta con un diradamento dei capelli lento e progressivo distribuito su tutto lo scalpo. Bisogna comunque chiarire che quando si manifesta una caduta dei capelli nelle donne più intensa e meno distribuita non si tratta sempre di calvizie ma bensì di altre forme di alopecia più o meno gravi (alopecia areata, alopecia da stress, ecc.). Infatti eventi come il parto, assunzione di farmaci, interventi chirurgi, telogen effluvium e caduta stagionale dei capelli, possono essere le cause scatenanti dell’anomala perdita di capelli. Pertanto una visita specialista può chiarire la causa reale della caduta dei capelli.
Per classificare il livello di calvizie femminile, i tricologi utilizzano la scala Ludwig. Questa, a differenza della classificazione della calvizie maschile con la scala Hamilton-Norwood, divide la calvizie femminile in soli 3 stadi di evoluzione.
Le cause che possono scatenare la caduta precoce dei capelli sono tante e spesso agiscono in maniera simultanea. Tra le principali si hanno:
Come già indicato in precedenza, con il termine calvizie o alopecia androgenetica ci si riferisce alla perdita dei capelli dovuta alla predisposizione genetica. In questo caso i capelli cadono principalmente per via di un “messaggio” inscritto nel codice genetico e trasmesso per via ereditaria attraverso gli androgeni (comunemente conosciuti come ormoni maschili). Nel dettaglio il diidrotestosterone è l’ormone che causa la miniaturizzazione dei capelli e l’assottigliamento che precede la caduta. Inoltre l’enzima 5-alfa-reduttasi è il responsabile della trasformazione del testosterone in diidrodestosterone (DHT). In particolare questo enzima è presente all’interno dei follicoli e risulta essere un’importante causa di calvizie, dato che non solo innesca il processo che rende i capelli fini e deboli, ma incrementa la produzione di sebo che talvolta conduce all’alopecia seborroica. Di conseguenza se si inibisce l’azione dell’enzima in questione con farmaci, quali ad esempio la finasteride, si può contrastare e ritardare l’alopecia androgenetica.
È necessario tenere presente che non esiste né una cura definitiva all’alopecia androgenetica né rimedi in grado di arrestare totalmente la perdita di capelli in atto. Quello che si può ottenere con i trattamenti tricologici attuali è un’efficace azione di contrasto che può rallentare in modo significativo la calvizie. In particolare i trattamenti laser e l’Alta Frequenza, sapientemente combinati con trattamenti tricologici igienici e rigeneranti, possono fare molto per rallentare la caduta e, laddove i follicoli sono ancora produttivi, stimolare la ricrescita dei capelli.
Inoltre un trattamento tricologico è pienamente efficace solo se si tiene conto anche dei fattori secondari che concorrono a causare la calvizie, come la seborrea e la forfora. In molti casi, infatti, la risoluzione delle cause secondarie dell’alopecia androgenetica, con trattamenti per capelli che agiscano sulla cute con un’azione igienizzante, può essere sufficiente a ritardare la caduta dei capelli. In altri casi, invece, è necessario intervenire con l’uso di farmaci anti-calvizie.
Per tali ragioni è fondamentale sottoporsi ad un’analisi approfondita dei capelli sia con esame al microscopio (tricogramma) sia effettuando uno stress test, in maniera da definire lo stato di salute della propria capigliatura. Infatti il tricologo, prima di poter approntare il rimedio più adatto, ha bisogno di capire se sono in atto anomalie della cute (seborrea, dermatite, forfora, ecc.) che concorrono ad accelerare l’evoluzione dell’alopecia androgenetica. Solo in questo modo è possibile, poi, elaborare rimedi personalizzati ed efficaci.